La gestazione e i primi anni di vita sono periodi critici per lo sviluppo dell’obesità e delle sue complicanze pertanto l’articolo verte a fornire ai genitori le nozioni fondamentali riguardanti la nutrizione ed i fabbisogni nutrizionali, al variare delle diverse età:

– gravidanza: viene raccomandata un’alimentazione corretta con controllo dell’aumento ponderale (di peso) nell’ultimo trimestre, quando si verifica un maggior accumulo di tessuto adiposo nel feto, e con screening del diabete  gestazionale;

– nascita: l’allattamento materno, se prolungato per almeno 5 mesi, diminuisce la probabilità di obesità successiva, mentre l’allattamento con latti in polvere artificiali nell’infanzia è associato ad alta concentrazione di leptina collegata alla massa grassa nelle età successive;

– lattante: si consiglia un ritardo nell’introduzione di cibi solidi, un apporto proteico corretto e soprattutto rispettare il suo senso di sazietà (evitare l’iperalimentazione dei loro bambini, rispettando il senso di autoregolazione già presente in essi);

– età successive: è necessario modificare gli apporti dal punto di vista qualitativo (più che quantitativo), attraverso l’educazione alimentare, l’incremento dell’attività fisica e la riduzione della sedentarietà.
Evitare il più possibile il consumo di bevande dolci a elevato contenuto di zuccheri che sono la causa principale dell’incremento calorico, soprattutto perché esse tendono a rimpiazzare, nell’adolescente, il consumo di latte e calcio.

L’IMPORTANZA DELLO STILE DI VITA

Un bambino  su due ha la televisione in camera.
Un bambino su cinque pratica sport più di una volta a settimana.

C’è una correlazione positiva tra ore di visione di TV e sovrappeso, così come c’è una correlazione tra i bambini che dedicano meno tempo all’attività fisica intensa e l’obesità durante l’infanzia e l’adolescenza.

La televisione e l’uso dei videogames hanno contribuito a uno stile di vita più sedentario, così come a un aumento del consumo di snacks e cibi inappropriati pubblicizzati dalla televisione.

PREVENZIONE

Come si può promuovere un ambiente alimentare sano per i bambini?

Le strategie di salute pubblica, mirate alla prevenzione dell’obesità, dovrebbero partire dalla scuola, la quale dovrebbe rivedere i propri programmi educativi per eliminare le cattiva abitudini alimentari. La scuola dovrebbe inoltre rivalutare anche la presenza dei distributori automatici (es: di frutta fresca) e dei bar delle scuole, che dovrebbero fornire solo cibi a basso contenuto di grassi  (basti pensare che l’82% dei bambini ha una merenda troppo abbondante o grassa). Una corretta educazione alimentare, della propria immagine corporea, della gestione del peso è essenziale dalla scuola materna a tutti i livelli scolastici successivi.

Come si supera il lavaggio mentale della TV?

Il primo passo per superare questa difficoltà e entrare nella testa del bambino e capire che alcuni cibi e bevande ricchi di grassi o zuccheri sono fortemente pubblicizzati. Piuttosto che imporre la “noiosa e senza sapore” verdura, parlate con il vostro bambino circa l’importanza di frutta, verdura, cereali integrali, e di altri alimenti sani, anche se questi alimenti non sono spesso pubblicizzati in TV o nei negozi.

Se il bambino non gradisce la frutta e la verdura coinvolgilo nell’acquisto portandolo con te al supermercato e scegliendo con lui quella che preferisce.

Come si può incoraggiare l’attività fisica?

Il primo obiettivo sarebbe quello di ridurre tutte le attività sedentarie (TV, videogames ecc) e di sostituirle con esercizi fisici facilmente accessibili a ogni età nelle scuole e nelle aree di ricreazione.

Non perdete tempo a cercare lo sport “più adatto” a vostro figlio o quello “più completo”, iscrivetelo ad un corso che gli piaccia ed in cui si diverta.

Il modo migliore di incoraggiarlo e non forzarlo verso un’attività (in cui il bambino si impegnerebbe per non deludere il genitore a cui tiene), ma farlo divertire “naturalmente”.

TRATTAMENTO

A che età è consigliabile iniziare il trattamento?

La maggior parte delle complicanze e delle malattie legate all’obesità compaiono in epoca adolescenziale e in età giovane-adulta.

La comparsa tuttavia di complicanze anche nel bambino e il maggiore successo terapeutico in età precoce autorizzano il trattamento anche in epoca preadolescenziale.

Qual è l’obiettivo del trattamento?

L’obiettivo primario è ristabilire l’equilibrio tra ingressi calorici e spesa energetica diminuendo l’apporto di cibi grassi e troppo zuccherati e al contempo intervenire sullo stile di vita diminuendo le ore di televisione e videogiochi solitari ed aumentando lo sport e l’attività fisica.

Quale approccio terapeutico deve essere utilizzato inizialmente?

Interventi sullo stile di vita:

Fondamentale affinché non si ricada nell’effetto yo-yo (qualsiasi approccio terapeutico seguito in maniera discontinua porta nella maggior parte dei casi a un recupero del peso perso); la dieta e il programma di attività fisica devono essere pertanto coordinati insieme alla famiglia e all’ambiente del bambino.

Approccio alimentare:

La diminuzione dell’apporto di calorie è semplice e può essere intrapreso sin da quando il bambino obeso e la sua famiglia sono abbastanza motivati e incoraggiati a cambiare le abitudini alimentari. La riduzione del peso più significativa si raggiunge però attraverso un aumento della spesa energetica. Una restrizione calorica più rilevante ( ad es. una dieta iperproteica) può facilitare una perdita ponderale più drastica, ma queste diete sono potenzialmente dannose (deficit vitaminico, di minerali e di micronutrienti fondamentali, ridotto accrescimento e mineralizzazione ossea, ridotta crescita lineare, amenorrea) e vengono sconsigliate.

Attività fisica:

Lo stile di vita sedentario aumenta il rischio di obesità anche del bambino e predispone a diabete e malattie cardiovascolari, mentre l’attività fisica, associata a una restrizione calorica e riduzione di grassi nella dieta, riduce la progressione verso il  diabete in adulti con IGT e limita le malattie cardiovascolari e la mortalità.

Il beneficio dell’attività fisica è inoltre duplice: dalla riduzione del grasso totale e viscerale, all’aumento della massa magra che aumenta a sua volte il metabolismo favorendo la perdita di peso.

Chi deve ricevere una valutazione e un trattamento intensivi?

È importante che sia il pediatra a identificare i bambini in sovrappeso e che intervenga prima che diventino obesi.

In prima istanza è utile successivamente fissare alcuni incontri, con i genitori ed anche con il bambino da solo, con un nutrizionista che inizi a dare dei consigli nutrizionali di base, come ad esempio eliminare le bevande zuccherate, gassate, eliminare il latte intero nei bambini di età superiore a 2 anni, contenere i condimenti grassi, controllare le porzioni, aumentare il consumo di frutta e verdura, ridurre il consumo di cibi precotti, incoraggiare un’attività fisica intensa quotidiana.

Il nutrizionista può incoraggiare il bambino alla dieta, può dargli dei semplici strumenti, come la lettura delle etichette degli alimenti, affinché il bambino si autorevoli cambiando il suo stile di vita ed infine aiuta a controllare settimanalmente i progressi affinché questi risultino soddisfacenti

Pazienti invece con caratteristiche insolite dovrebbero essere inviati a uno specialista.