Il disturbo da deficit di attenzione e iperattività (ADHD) è un disturbo neurobiologico caratterizzato da sintomi persistenti di disattenzione, impulsività e iperattività. La dieta durante l’infanzia è stata studiata come un fattore potenzialmente coinvolto nell’eziologia dell’ADHD.
Negli ultimi anni diversi studi hanno cercato una correlazione tra l’ADHD e le abitudini alimentari e da un recente studio, pubblicato nel nel 2019 suggerisce che una dieta ricca di zuccheri raffinati e grassi saturi può aumentare il rischio, mentre una dieta sana, caratterizzata da un elevato consumo di frutta e verdura, proteggerebbe dall’ADHD o dall’iperattività.
Uno studio pubblicato nel 2017, che ha analizzato 120 bambini tra i 6 e i 16 anni; 60 con diagnosi di ADHD e 60 “sani” ha evidenziato una correlazione inversa tra l’ADHD e la dieta mediterranea. Le loro abitudini alimentari e l’aderenza alla dieta mediterranea sono state valutate tramite un questionario di frequenza del consumo degli alimenti.
Dall’analisi dei risultati è emerso che i bambini con ADHD rispetto ai bambini senza ADHD mostravano:
Bassa aderenza alla dieta mediterranea
Scarso consumo di frutta, verdura, pasta e riso.
Abitudine a non consumare la prima colazione.
Elevato consumo di zucchero, caramelle, bevande zuccherate.
Scarso consumo di pesce azzurro.
Ovviamente ciò non dimostra con assoluta certezza che un’alimentazione errata possa essere causa unica di un disturbo come l’ADHD, ma suggerisce che insieme ad altri fattori sia nutrizionali (carenza cronica di ferro nei primi 1000 giorni) che di altra natura (genetici, ambientali, ecc.) anche il consumo di singoli alimenti e la composizione della dieta in toto possa influire su tale disturbo, e chissà che una dieta più varia, più completa e più equilibrata non possa d’altra parte migliorarne le manifestazioni. Anche in questo caso, di sicuro, siamo un po’ quello che mangiamo.
Studi epidemiologici hanno scoperto che le carenze di ferro e zinco sono deficit nutrizionali comuni in tutto il mondo, con ruoli importanti sulle funzioni neurologiche (scarsa memoria, disattenzione e impulsività), appetito schizzinoso e cambiamenti di umore (tristezza e irritabilità). Livelli alterati di ferro e zinco sono stati correlati con l’aggravamento e la progressione dell’ADHD.
il modello dietetico “sano” altamente ricco di verdure, frutta, legumi e pesce ha ridotto le probabilità di ADHD fino al 37%. Inoltre, l’adesione al modello di “cibo spazzatura” contenente bevande e dessert zuccherati, nonché al modello dietetico “occidentale” tra cui carne rossa, cereali raffinati, carni lavorate e grasso idrogenato lo ha aumentato.